sabato 28 giugno 2008

I Pilastri della Terra - Mondo Senza Fine - Ken Follet

Premetto che è la prima volta che mi addentro in un genere letterario simile e, devo dire con estremo piacere che ne sono rimasta affascinata.

I Pilastri della Terra mi ha appassionata ed incuriosita da subito: si apre infatti con un'impiccagione (le cui cause risulteranno poi misteriose fin quasi l'epilogo del romanzo) e la conseguente maledizione da parte di una donna incinta: Ellen la sua donna, destinata poi a vivere come una selvaggia tra la vegetazione selvatica della foresta, crescendo in tal modo il figlio Jack.

Impossibile dimenticare Tom il costruttore il cui sogno era quello di costruire un'imponente cattedrale e la cui vita è stata una continua lotta alla sopravvivenza fino al giorno del suo incontro con il priore Philip, anche quest'ultimo un personaggio di notevole importanza nel corso del romanzo; così com'è impossibile non odiare quello spregevole William Hamleigh figlio di un signorotto e succube della crudele e subdola madre.

Un altro personaggio degno della mia più alta ammirazione è Aliena: una ragazza che nel giro di poco si è vista privare di tutto: il padre è stato destituito dal suo titolo nobiliare, lei è stata umiliata nel peggiore dei modi per una donna ed è stata costretta persino ad uccidere per sopravvivere, badare all'immaturo fratello Richard e tener fede alla promessa fatta al padre in punto di morte. Anche per la rinascita di Aliena è stato fondamentale l'incontro col priore Philip, oltre la sua innata caparbietà...nel corso di tutte le intricate vicende, direi che ciascun personaggio ha avuto quel che meritava, soprattutto il crudele William e l'altro quasi simile per crudeltà Alfred figlio (disonorevole) del caro Tom.

Anche Ellen è stata un figura di notevole importanza, soprattutto per il supporto morale del figlio e della sua amata, nonché donna amata appassionatamente dallo sfortunato Tom.


Mondo senza fine mi ha appassionata quasi più del precedente, nonostante l'inizio per me è stato meno entusiasmante...

Direi che mi hanno appassionato in egual misura se non addirittura in misura maggiore le intricate vicende di quei quattro ragazzi che incnotriamo all'inizio del romanzo: quattro personaggi estremamente diversi tra loro, nonostante due siano fratelli.

Per certi versi la situazione della vita dei poveri, nonostante fossero passati circa due secoli è rimasta invariata, così come la continua lotta tra potere spirituale e potere temporale...nel priorato di Kinsbridge le cose sono cambiate radicalmente dalla morte del priore Philip, in questo racconto il priorato passa tra le mani piuttosto avide e conservatrici di tre personaggi che vanno a peggiorare col succedersi tra loro: Anthony, piuttosto restìo alle innovazioni, Godwyn, avido e subdolo e Philemon essere spregevole e senza scrupoli.

Il personaggio che più ho amato è Caris, una donna forte, tenace, determinata che lotta fino alla fine per poter curare con metodiche totalmente innovative gli ammalati...cosa assolutamente vietata alle donne in quell'epoca. Oserei definirla un'anticonformista.

Gwenda ha suscitato parecchia tenerezza, costretta dal padre a rubare, venduta da quest'ultimo ad un uomo privo di scrupoli...ma anche lei si è rivelata una donna estremamente forte e determinata a conquistare l'uomo da sempre amato: Wulfric. Per lui si umilierà con il prepotente Raph, figlio di un ex conte, al servizio dell'attuale conte di Shiring. Ma...questa umiliazione sarà ben ricompensata e le permetterà di salvare la vita al suo primogenito.

Merthin...il cui sogno era sposare l'amata Caris, ma per una serie di avvenimenti decide di partire per Firenze, dove si sposa e diventa un importante e stimato costruttore (non per niente è un discendente di Jack il costruttore), qui però incombe la "morte nera": la peste, che stermina gran parte della popolazione, costringendolo a tornare a Kingsbridge con la sua figlioletta Lola.

Non mi dilungo più col narrare la vicenda, sarebbe troppo lungo, mi limietrò a fare solo alcune mie considerazioni personali...

Ho notato che in entrambi i romanzi, lo scrittore dia un rilevante peso alle figure femminili, spesso sono loro ad essere quasi più risolute e caparbie degli uomini...sono quasi intraprendenti se si può usare un termine del genere per descrivere una donna vissuta in quel'epoca!

Caris è persino stata conannata di stregoneria, nonostante questo non si è fermata ed ha continuato la sua opera, sacrificando il matrimonio con l'uomo amato...

Inoltre devo dire che ha descritto alcune scene in maniera a dir poco prolissa e particolareggiata, soprattutto per quel che riguarda le scene violente: vedi lo scorticamento vivo, vedi la morte di Ralph...e forse ha ecceduto un po' anche con la descrizione delle varie scene di sesso, ma...nell' insieme li definirei comunque dei capolavori.

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